LA TECNICA DEL PORTIERE 

dal libro CALCIOA CINQUE/Il manuale dell’allenatore

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 
La posizione fondamentale.Il fattore tecnico basilare per il portiere è la posizione

fondamentale, che è l’impostazione che si deve assumere prima del tiro. La

posizione fondamentale consiste nel mantenere:

·        i piedi allargati sulla proiezione dei fianchi con le loro punte rivolte verso

      l’esterno.

·        le ginocchia leggermente flesse col tronco appena inclinato in avanti.

·        le  braccia appena discoste dal corpo all’altezza del bacino.    

Questa postura, oltre a garantire l’equilibrio necessario per essere il più reattivo possibile, permette al portiere di essere costantemente concentrato sullo sviluppo di gioco.

 

 
La chiusura dell’angolo di tiro. Per il portiere consiste nella corretta posizione di difesa dello specchio della porta in funzione della posizione della palla. Per eseguire una corretta chiusura dell’angolo

di tiro, il portiere si deve collocare sulla bisettrice immaginaria dell’angolo formato

dalla palla con i due pali della porta, al fine di offrire minor superficie possibile

all’avversario. L’imprevedibilità e la velocità del gioco costringe il portiere a

continui spostamenti all’interno dello specchio della porta, questi si effettuano con

piccoli passi laterali (seguendo un semicerchio immaginario) che però non devono

far perdere l’equilibrio al portiere, col fine di rimanere sempre in appoggio al suolo

per reagire poi più prontamente al momento dell’intervento.

 

 
Questi spostamenti presuppongono anche un “senso della porta” da parte del portiere, infatti quest’ultimo deve avere una percezione spazio-porta particolarmente sviluppata che gli permetta di posizionarsi

opportunamente senza mai perdere di vista la palla. Per migliorare questa percezione,

il portiere può far ricorso al tatto (per esempio rilevando la posizione del palo con la

mano) e alla capacità di organizzazione e strutturazione spaziale (per esempio

memorizzando una sequenza di passi per definire lo spostamento effettuato, o

utilizzando la vista come mezzo indiretto per rilevare punti di riferimento nello spazio

 
davanti).

Esercitazione: Qui a fianco è rappresentata una esercitazione che mira a

sviluppare le qualità sopraccitate. L’allenatore si sposta, a circa 7-8 m dalla

porta, tenendo una corda passata attorno alla vita e fissata ai pali. Il portiere

con piccoli spostamenti deve sempre chiudere l’angolo di tiro. Una variante

può essere che durante gli spostamenti l’allenatore tiri con le mai verso la

porta delle palline da tennis che devono essere parate dal portiere.

 

 
La parata. Per il portiere, senza ombra di dubbio, la parata è il fondamentale più importante e consiste nell’intervenire sulla palla al fine di interrompere un’azione o impedire la realizzazione di una rete. Per eseguire correttamente la parata, il portiere deve rispettare alcuni principi che ne garantiscono l’efficacia: mantenendo la posizione fondamentale, il portiere deve rimanere sempre in movimento ( specialmente con gli arti inferiori) al fine di essere reattivo al momento dell’intervento. Prima dell’impatto con la palla deve andarle incontro cercando però di rimanere in piedi con lo sguardo rivolto sempre verso la stessa per essere subito pronto per un altro eventuale intervento. Quindi, se possibile, intervenire sulla palla con due mani seguite dal corpo al fine di rendere più sicura la parata.

Esercitazione.

Qui di fianco è rappresentata una esercitazione che induce il portiere a rimanere in piedi al

momento della parata.

Materiale: Un pallone, casacche di diverso colore.

Giocatori: Si dividono in due squadre di 5 ciascuna.

Regole: Si rispettano quelle del regolamento vigente, solo che il portiere non può toccare

il suolo con le mani, pena rigore alla squadra avversaria.

Obbiettivo: Sfida a chi vince la gara.

Note: Il portiere, per evitare il rigore, è costretto a ricercare il piazzamento migliore per non

tuffarsi al momento della parata.

Definiti i principi che regolano questo fondamentale, analizziamoli in funzione di alcuni

fattori: la palla, lo spazio, i giocatori.

Il fattore che condiziona principalmente la parata è la palla, infatti a seconda della sua

altezza e velocità costringe il portiere ad utilizzare diverse tecniche di intervento. Quindi il portiere come interviene in funzione dell’altezza del tiro?

·        tiri alti. La parata viene effettuata con un  “passo saltato” per avvicinarsi rapidamente all’angolo dove è indirizzato il tiro. La spinta avviene sempre con la gamba lontana dalla palla (gamba di stacco) mentre la gamba vicina garantisce l’equilibrio del corpo. Il portiere, se è possibile, deve portarsi sulla palla con entrambe le mani in quanto in tal modo tutto il corpo si dirige verso la palla, schermando così una superficie di porta più grande. Nel caso di un tiro veloce, la parata viene eseguita con una sola mano.     

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 


·        tiri a mezz’altezza. In questo tipo di parata il movimento degli arti inferiori è identico al precedente, solo che in questo caso interviene sulla palla con le mani piegando anche il corpo verso di essa (se la palla è lontana si tufferà). Anche in questo caso, se possibile, intervenire con ambo le mani.

 
 

 

 


 

                                                                                     

 

 

 

 

·        tiri bassi. Anche nelle parate basse viene eseguito il “passo saltellato”. La difesa della porta viene eseguita con il piede e la mano. La gamba e la mano vicino alla palla vengono slanciate verso l’angolo dove è indirizzato il tiro. Se il tiro è poco veloce il portiere può tuffarsi per bloccare la palla a terra. 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 


 
Anche per questo fondamentale ci siamo avvalsi di uno studio statistico elaborato su

portieri di diverse nazionali europee. La prima domanda che ci siamo posti è stata: in

che posizione della porta il portiere subisce i tiri? Come si nota il maggior numero di

parate vengono effettuate per neutralizzare tiri sotto il metro di altezza. Questo dato ci

fa capire l’importanza, per il portiere, dell’uso degli arti inferiori nella parata. Quindi è

molto importante cercare di perseguire, in fase di allenamento, la dissociazione fra gli

 
arti inferiori e quelli superiori, in quanto i portieri, un po’ per istinto un po’ per educazione calcistica, tendono ad intervenire sulla palla principalmente con le mani.

 

Esercitazione:

Qui a fianco è rappresentata una esercitazione che mira a dissociare l’uso degli arti

superiori e inferiori.

Materiale: Diversi palloni.

Giocatori: Il mister, l’altro portiere e il giocatore calciano da diverse posizioni verso la

porta, P difende la porta.

Regole: Il portiere “P” deve parare i tiri solo con le mani o solo con i piedi.

 
Obbiettivo: Sfida a chi subisce meno reti.

 

Altro fattore che incide su questo fondamentale è la velocità della

palla, infatti in funzione di essa il portiere adotta differenti modi di

parare: per i tiri veloci effettua parate con deviazioni della palla

mentre per quelli lenti il bloccaggio.

Ma allora, in una gara, quante volte il portiere blocca o devia la

palla?

Come si nota la maggior parte dei tiri sono veloci, quindi il portiere deve curare molto bene la tecnica di deviazione.

 

Il bloccaggio. Il portiere utilizza varie tecniche di bloccaggio a seconda dell’altezza della palla. Quando la palla è bassa, rimanendo in piedi, piega il busto verso terra portando le mani sulla palla, con le palme rivolte verso la stessa. Allo stesso tempo le gambe si portano dietro la linea della palla, garantendo così una ulteriore protezione. Quando la palla è a mezza altezza, il portiere si porta sulla linea per sfruttare l’azione contemporanea di mani-avambraccio-petto. Infatti la palla viene prima ammortizzata con gli avambracci per essere poi bloccata verso il petto con le mani. Quando la palla è alta, il portiere si porta sulla palla sfruttando l’azione contemporanea di bracci-avambracci-mani. Infatti la palla viene bloccata direttamente con le mani sfruttando la forza degli avambracci.

La deviazione. Il portiere usa varie parti del corpo per deviare la palla. Se utilizza le mani, deve impattare la palla con le palme e le dita della stessa (blocco rigido mano-polso-avambraccio) cercando di deviarla in una zona del campo poco pericolosa (laterale o sopra la porta). Se utilizza il piede, deve impattare la palla con l’interno del piede cercando di direzionarla in zone poco pericolose. Se utilizza il corpo, si pone quest’ultimo sulla traiettoria della palla. N.B. la palla, in questa maniera, può essere smorzata quindi il portiere deve essere pronto ad intervenire subito.

 
Altro fattore determinante è lo spazio che separa il portiere dalla palla.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

                                            Istogramma che valuta, in percentuale, la distanza che separa il portiere dalla palla al momento del tiro.

 

Come si nota la maggior parte dei tiri sono realizzati da una distanza inferiore ai 10 m, ciò implica che il portiere deve avere una grande prontezza di riflessi (reattività) e un ottimo piazzamento per coprire meglio l’intero specchio della porta.

 
Esercitazione :

Qui di fianco è rappresentata una esercitazione che induce il portiere ad essere reattivo e

coordinato.

Materiale: Una palla in mano al portiere P1, vari palloni (distanza 8-10 m ) a disposizione

dell’altro portiere P2.

Giocatori: P1 difende la porta, P2 cerca di realizzare il goal.

Regole: P1 è girato fronte alla porta con la palla in mano e a suo piacimento la lancia in alto

per poi girarsi verso il campo a difendere la porta. P2, appena P1 ha lanciato la palla in alto,

calcia in porta. P1, una volta parato il tiro, deve bloccare o toccare, la palla lanciata in

precedenza, prima che tocchi terra.

 

 
L’altra componente che condiziona la parata sono i giocatori, infatti la loro presenza sulla traiettoria della palla può provocare deviazioni.

 

 

 

 

 

 

 

 

                                            Istogramma che quantifica la presenza dei giocatori sulla linea palla-portiere al momento del tiro in porta.

 

 

Come si vede la maggior parte delle reti sono realizzate senza nessun ostacolo sulla linea palla portiere, ma un buon 25% dei tiri possono in qualche maniera subire delle deviazioni.

 
Questa considerazione ci fa capire l’importanza delle capacità di concentrazione del portiere, il quale in qualsiasi momento deve essere pronto a cambiare la sua azione di difesa. Quindi in sede di allenamento è

importante anche abituare il portiere ad affrontare questo tipo di situazione.

Materiale: Vari palloni

Giocatori: P1 difende la porta, P3 conclude a rete, P2 disturba ponendosi sulla traiettoria

della palla.

Regole: P3 calcia a rete allo stesso tempo P2 posto a 4-5 m dalla porta può disturbare il

tiro.

Obbiettivo: Sfida a chi subisce meno reti.

 

 
L’uscita. Il portiere effettua questo fondamentale, in situazioni di emergenza in cui il suo intervento, in allontanamento dalla linea di porta, ha lo scopo di interrompere un’azione d’attacco avversaria. Per eseguire correttamente l’uscita, il portiere deve rispettare alcuni principi che ne garantiscono la sua efficacia: in primo luogo deve seguire attentamente e interpretare l’andamento del gioco, al fine di prevedere anticipatamente le intenzioni dell’avversario e facilitare così la giusta scelta del tempo di intervento. Infine deve andare incontro alla palla con decisione per bloccarla o deviarla allo scopo di rendere l’azione d’attacco avversaria inefficace.

Esercitazione:

Qui a fianco è rappresentata una esercitazione che ha lo scopo di allenare la scelta di tempo

nell’uscita sia bassa sia alta.

Materiale: Palloni a disposizione di P3.

Giocatori: P1 effettua l’uscita, P2 simula l’attaccante avversario, P3 esegue lanci alti o bassi

verso la porta.

Svolgimento: P3 effettua lanci sia alti che bassi. Tutti ruotano in tutti i ruoli. Lancio basso, il

portiere esce in anticipo. Lancio alto il portiere esce in presa alta. Definiti i principi che regolano

questo fondamentale, analizziamolo in funzione di alcuni fattori: la palla, lo spazio, i giocatori.

 
Anche per questo gesto ci siamo avvalsi dello studio statistico. Il primo

fattore che condiziona l’uscita del portiere è lo spazio, infatti se l’intervento

avviene fuori dell’area di rigore l’estremo difensore

è costretto, dal regolamento, a non usare le mani mentre se è all’interno

può utilizzarle.

Qui di fianco sono rappresentati, in percentuale, gli interventi in uscita di

un portiere in funzione dell’altezza delle palle. Come si nota, il 70% delle

uscite è effettuata a terra, questo perché la maggior parte del gioco si

sviluppa a terra.

 

Anche la palla condiziona l’esecuzione di questo gesto tecnico, infatti:

·        Palla alta. Se la palla ha una traiettoria alta il portiere può intervenire in elevazione, in modo da anticipare l’avversario sia con le mani sia con la testa. Nell’uscita alta la spinta è fornita da una sola gamba mentre l’altra è utilizzata a protezione dell’intervento, le braccia sono entrambe protese verso la palla con le mani pronte a bloccarla in presa, il corpo deve essere posto fra la palla e la porta.

·        Palla bassa. Se la palla ha una traiettoria bassa il portiere può intervenire in anticipo sia con le mani sia con i piedi. Nell’uscita bassa, a prescindere dalla parte del corpo utilizzata, l’importante è intervenire sulla palla con una buona scelta di tempo e decisione. Altro fattore determinante sono i giocatori, i quali con la loro azione influenzano l’intervento del portiere. Infatti durante una partita può capitare che il portiere si trovi a difendere la propria porta dall’attacco di un avversario senza l’ausilio di nessun compagno di squadra. In questa situazione di 1:1 il portiere deve rispettare le seguenti fasi:

Esercitazione:

Qui a fianco è rappresentata una esercitazione che ripropone una situazione reale di gara.

Materiale: Un pallone ogni giocatore.

Giocatori: A punta la porta per fare goal, D (il difensore) aiuta nella difesa della porta P1 il

quale effettua l’uscita sul giocatore in una situazione di 1:1.

Regole: D può iniziare a difendere solo quando A muove il primo passo verso la porta.

Obbiettivo: Sfida fra i portieri a chi subisce meno reti.

 

La trasmissione della palla. Il portiere oltre a difendere la porta deve essere in grado di partecipare al gioco dei attacco della propria squadra; deve essere in grado di trasmettere la palla ai compagni efficacemente sia con le mani che con i piedi: un lancio effettuato con la giusta precisione e velocità si può trasformare in assist per un compagno in un’azione di contropiede. Allora il portiere come deve effettuare questo gesto?

Il portiere deve padroneggiare sia il lancio eseguito con le mani che quello con i piedi, a questo proposito invitiamo il lettore ad analizzare il seguente istogramma dove è rappresentato, in percentuale, l’utilizzo delle mani e dei piedi e la distanza dei lanci.

 
 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

Come si nota la maggior parte dei lanci sono eseguiti con le mani questo perché il regolamento vigente permette al portiere di giocare la palla una seconda volta solo quando questa supera la metà campo o è toccata da un avversario. Affinché la trasmissione della palla sia efficace, il portiere deve rispettare questi principi: la sfera deve essere indirizzata con decisione (per evitare intercettamenti9, in una zona del campo libera da avversari (spazio libero) o sui piedi del compagno (per facilitarne la protezione). Inoltre il portiere deve cercare di mantenere la palla rasoterra salvo particolari situazioni. La trasmissione della palla con le mani si può effettuare in quattro maniere a seconda della situazione di gioco:

·       

 
lancio a braccio elevato.

La prima tecnica di lancio è quella simile al “tiro da fermo della pallamano”. Il portiere

deve mantenere le gambe a terra divaricandole verticalmente, distribuendo il peso su

quella portante che è piegata per garantire l’equilibrio. La palla è scagliata con una sola

mano mantenendo l’arto calciante piegato a 90 gradi per sfruttare il repentino

movimento in avanti del blocco braccio-avambraccio-spalla. Questo movimento

è accompagnato da una leggera torsione del busto.

·       

 
lancio a bilanciere. Altro tipo di trasmissione della palla è il lancio a “bilanciere”. Il portiere deve divaricare leggermente le gambe lateralmente ponendole perpendicolarmente rispetto all’obbiettivo. L’arto

superiore lanciante deve rimanere teso con l’altro che rimane simmetrico al primo. La

forza alla palla è impressa dall’oscillazione dell’arto lanciante e dalla repentina torsione

del busto.

N.B. Questo lancio ha lo stesso utilizzo del precedente, solo che la direzione della palla

 
è meno prevedibile.

·        lancio con braccio abbassato. Una ulteriore tecnica di lancio consiste nel mantenere le

gambe divaricate verticalmente con quella portante flessa, piegare il busto in avanti con

l’arto lanciante che nella sua oscillazione sfiora il suolo. La forza alla palla è impressa

dalla sola oscillazione del braccio.

N.B. Questo lancio è eseguito principalmente nei passaggi corti.

·       

 
lancio a parabola. L’ultima tecnica di trasmissione con le mani è il lancio a parabola. Il

portiere “scodella” la palla facendogli assumere una traiettoria parabolica. Le gambe

rimangono divaricate lateralmente e l’arto lanciante imprime forza alla palla con una

leggera oscillazione dal basso verso l’alto.    

N.B. Questo lancio è eseguito in genere per scavalcare un ostacolo.

 

 
Altro fondamentale della tecnica di attacco del portiere è il lancio realizzato con i piedi. In determinate situazioni di gioco il portiere è costretto ad usare i piedi per effettuare lanci o passaggi a favore dei compagni. Per le tecniche di esecuzione rimandiamo il lettore ai paragrafi che riguardano i fondamentali “tiro” e “passaggio”. Quindi, come si riscontra anche dallo studio statistico, 1/3 dei lanci è eseguito con i piedi, perciò in fase di allenamento il portiere può essere inserito in esercitazioni tecniche riguardanti la trasmissione e la ricezione della palla (per esempio: possesso palla).

Esercitazione:

Qui a fianco è rappresentata una esercitazione che potenzia la percezione periferica e stimola

la velocità di esecuzione, in una situazione di gioco reale: la rimessa dal fondo.

Materiale: Un pallone per ogni gruppo di lavoro, casacche di diversi colori.

Giocatori: P1 dà inizio all’azione di rimessa dal fondo, A1 primo attaccante, A2 secondo

attaccante, D il difensore, P2 difende la propria porta.

Regole: P1 tiene la palla in mano con il viso rivolto alla porta. P1 a suo piacimento si gira

verso il campo, allo stesso tempo A1 e A2 partono dalla posizione iniziale per fare poi uno

smarcamento laterale. D, a suo piacimento, deve seguire un attaccante. P1 è obbligato a

dare la palla all’attaccante libero che, una volta ricevuta la palla, esegue una situazione di 2:1

verso la porta difesa da P2. A1 e A2 devono eseguire lo smarcamento nella metà campo

di P1.

Obbiettivo: Sfida tra i portieri a chi effettua più lanci vincenti e subisce meno reti.

 

 

 

 

Redatto il 26/08/2002