Come ti alleno

VELOCITÀ E PERCEZIONE

di Italo Sannicandro*

dal n° 94 de “ IL NUOVO CALCIO”

 

La  velocità percettiva in pratica è la capacità di raccogliere, interpretare ed elaborare le informazioni presenti nell’ambiente in cui si sta svolgendo la gara: di questo complesso di informazioni fanno parte il contesto tecnico-tattico con movimenti di palla, avversari e compagni, le loro indicazioni verbali e non, e quelle dell’allenatore, le sensazioni di tipo propriocettivo (ossia provenienti dall’organo dell’equilibrio, da muscoli, legamenti e tendini) ed esterocettive (ossia provenienti dai diversi canali percettivi: udito, tatto e vista soprattutto).

Conoscenze teoriche

Durante la partita il giocatore deve selezionare un elevato numero di informazioni sensoriali soprattutto a livello ottico e acustico e solo un milionesimo di tali informazioni raggiunge i livelli di coscienza (Weineck, 1998; Marella e Risaliti, 1999 ). In alcuni frangenti tattici l’atleta non ha bisogno neanche di guardare tutto lo svolgimento dell’azione, perché grazie ad alcuni piccoli particolari è già in grado di dedurre i parametri spaziali e temporali necessari all’elaborazione della risposta (Nettleton, 1986; Jones, 1995). Gli sport di squadra sono caratterizzati dall’imprevedibilità delle situazioni per cui la stragrande maggioranza degli autori che si sono occupati della teoria del movimento sono concordi nel riconoscere alla capacità di reazione complessa un ruolo determinante per il successo in questa tipologia di sport. A differenza della capacità di reazione semplice, che è caratterizzata dal movimento di una parte del corpo che reagisce a uno stimolo noto in precedenza, quella complessa prevede uno o più movimenti in risposta a stimoli di cui non si conoscono le caratteristiche: è evidente come in questo ultimo caso è determinante la velocità con cui si percepiscono i dati significativi presenti nell’ambiente esterno. Il tempo di reazione varia in relazione alla quantità dello stimolo: dai dati trovati in letteratura pare che la reazione a uno stimolo ottico sia più lunga rispetto a quella che segue a un segnale acustico (Weineck, 1998). Se i valori di reazione a stimoli acustici si attestano intorno ai 0,13-0,16 secondi, quelli di reazione a stimoli visivi si fermano a 0,15-0,20 secondi: le conoscenze attuali imputano questo ritardo al tempo necessario per trasformare l’energia luminosa in stimolo neuronale (Weineck, 1998). La percezione, inoltre, risponde alla legge di Hick che sinteticamente afferma : “il numero di stimoli che il soggetto riceve, influenza sia il tempo, sia la qualità della risposta. Per cui all’aumentare del numero delle informazioni da analizzare, aumenta esponenzialmente il tempo necessario all’elaborazione e la difficoltà coordinativa della risposta motoria”. A questa difficoltà di ordine biologico-nervoso si deve aggiungere la complessità delle situazioni tecnico-tattiche che contribuiscono a rendere poco leggibile il contesto e a creare non poche difficoltà all’atleta. Oltre la oggettiva complessità della situazione e del compito da risolvere si deve pensare che per tanti anni l’esercitazione per lo sviluppo della velocità di reazione, ciclica o aciclica, è stata sempre combinata con stimoli di natura acustica (“Via!”, oppure “Vai!” o la partenza al fischio dell’allenatore) relegando la presentazione degli stimoli visivi solo al contesto tecnico-tattico specifico. Alla luce di queste considerazioni, acquista rilevanza un approccio metodologico che privilegi, soprattutto in allenamento, la sollecitazione della capacità di percezione riferita preferibilmente agli stimoli visivi che, come si è visto, sono più frequenti e necessitano di maggiori esercitazioni specifiche.

L’ipotesi di lavoro

La selezione delle esercitazioni riguardanti la velocità di percezione può riguardare sia la parte tecnico-tattica, sia quella condotta dal preparatore atletico. Per rendere funzionale l’organizzazione dell’allenamento e i suoi tempi di svolgimento, preparatore e allenatore possono ideare insieme questa tipologia di esercitazioni, magari utilizzando la palla e la combinazione di alcuni gesti tecnici. Laddove tale integrazione risulta di difficile attuazione, il preparatore può inserirle nella seduta di rifinitura o comunque in quella più vicina alla partita. Nel calcio a 11 alcune di queste esercitazioni vengono definite di psicocinetica, per indicare un maggiore impegno delle componenti attentive-mentali, ma in effetti sono connesse alla grande famiglia degli esercizi che mirano allo sviluppo della velocità nelle diverse componenti. Oltre agli esempi che proponiamo è bene che l’allenatore e il preparatore conoscano i criteri con cui queste proposte sono state ideate per strutturarne altre in relazione alle proprie esigenze specifiche e ai temi a disposizione. In base a una tassonomia di complessità percettiva, possono essere organizzate esercitazioni in cui la reazione:

·        è associata alla presentazione di due colori differenti;

·        è associata alla presentazione di due micromovimenti del corpo differenti;

·        è assoiata alla presentazione di due movimenti della palla differenti;

·        è associata alla collocazione della fonte (in genere l’allenatore) rispetto ad attrezzi differenti;

·        è associata alla presentazione degli stimoli precedenti, combinati tra di loro;

·        è associata alla presentazione di tre stimoli differenti.

La tipologia di esercizio consente elevati livelli di intensità, partecipazione e motivazione. È opportuno prevedere ripetizioni (4, massimo 5) per 4-5 serie alternate da recuperi completi in modo da permettere il ripristino dei fosfati ed evitare l’affaticamento di tipo nervoso-coordinativo.

Esercitazioni

Si possono utilizzare casacche, coppette e ogni tipo di materiale utile allo scopo.

Esercizio 1: fronte alla direzione di corsa, al colore rosso si esegue uno skip alto; al verde skip basso più sprint di 5 metri.

Esercizio 2: giocatori liberi di correre lentamente all’interno di un quadrato di 8 metri x 8 disegnato in prossimità del centrocampo. Se l’allenatore calpesta la linea curva, effettuare un cambio di senso e correre all’esterno del quadrato, se calpesta una linea retta, rotazione di 360° e correre all’esterno del quadrato stesso.

Esercizio 3: i giocatori numerati da 1 a infinito sono liberi di correre lentamente all’interno del quadrato, mentre l’allenatore cammina con un pallone; se lo arresta con il piede sinistro sprintano velocemente verso l’esterno i numeri dispari, se lo arresta con il destro partono i numeri pari.

Esercizio 4: fronte alla direzione di corsa, l’allenatore dietro i giocatori con una palla la lancia verso la direzione di corsa con due modalità: rasoterra a cui è associato un salto a piedi pari e sprint di 5 metri o a parabola aerea a cui è associato skip basso tre toccate e sprint di 5 metri.

Esercizio 5: giocatori liberi di correre lentamente nel quadrato di 8 metri x 8 in cui sono collocate senza ordine coppette e palloni. Se l’allenatore si arresta vicino alla coppetta si corre verso il pallone più vicino, se si arresta vicino a una palla si corre verso la coppetta più vicina.

Esercizio 6: l’allenatore, di fronte ai giocatori, è in prossimità di un cerchio con una casacca e una palla. Vengono collocati due coni, uno a 7 metri sulla sinistra e uno a 7 metri sulla destra della linea di partenza. Se compare la casacca si corre verso il cono sinistro, se l’allenatore tocca il cerchio si corre verso quello destro, se lancia la palla in una direzione non predeterminata si corre per intercettarla.